Author: Chiara Tancredi, Arianna Fantesini
Proprio la riflessione su questo ed altri temi legati all’uso dell’Intelligenza Artificiale in ambito medico ha portato allo sviluppo di un progetto che coinvolge RE:LAB, il Centro di Ricerca Interdipartimentale “Scienza Nuova” dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e il Centro Diagnostico Italiano (CDI) di Milano, finalizzato a verificare quale sia l’attuale quadro della percezione dell’IA da parte di pazienti e medici del reparto di radiologia, e quanto la relazione umana tra medico e paziente incida sulla legittimità dell’uso di strumenti basati su IA. Questo progetto si sta concretizzando in una serie di studi che coinvolgono principalmente pazienti e medici per poter tracciare un quadro della situazione attuale [1, 2, 3].
In particolare, uno di questi, “Radiologists’ perceptions on AI integration: An in-depth survey study” [3] si è concentrato sull’esplorazione delle percezioni dei radiologi nei confronti dell’IA e ha rilevato un panorama complesso ma promettente. Tra i 232 radiologi coinvolti tramite questionario, la maggior parte ha mostrato un atteggiamento positivo verso l’integrazione degli strumenti basati sull’IA nella pratica clinica, specialmente tra i più giovani (<30 anni) e i professionisti con maggiore esperienza (>60 anni). Nonostante l’ottimismo generale, solo il 30% dei radiologi che usano regolarmente l’IA nel processo diagnostico ha ritenuto che questa abbia un impatto decisivo, evidenziando margini di miglioramento per l’efficacia di questi strumenti.
I radiologi riconoscono il valore dell’IA per migliorare la rilevazione e la caratterizzazione delle anomalie, ma permangono alcune preoccupazioni, soprattutto in relazione al parere dell’IA circa la necessità di ulteriori indagini e alla medicina personalizzata. In particolare, i radiologi specializzati in senologia hanno espresso timori riguardo al potenziale impatto dell’IA sul loro ruolo, temendo una riduzione del valore professionale. Come si può facilmente immaginare, quindi, l’84% degli intervistati considera ancora essenziale la valutazione finale da parte del radiologo, a conferma che l’IA deve essere vista come uno strumento di supporto e non un sostituto del giudizio umano.
Il quadro che emerge indica un grande potenziale, ma anche la necessità di colmare lacune significative, come la scarsa conoscenza dell’IA tra i giovani radiologi. Solo con un’adeguata formazione e un approccio consapevole alle sfide tecnologiche sarà possibile sfruttare appieno i benefici dell’IA in ambito radiologico. Perché il futuro della radiologia con l’IA possa diventare una realtà, è cruciale affrontare temi legati all’educazione, alla regolamentazione e alla collaborazione interdisciplinare, garantendo che l’innovazione avvenga nel pieno rispetto delle competenze e del ruolo del medico.
References:
[1] Ibba, S., Tancredi, C., Fantesini, A., Cellina, M., Presta, R., Montanari, R., … & Alì, M. (2023). How do patients perceive the AI-radiologists interaction? Results of a survey on 2,119 responders. European Journal of Radiology, 110917.
[2] Alì, M., Fantesini, A., Morcella, M. T., Ibba, S., D’Anna, G., Fazzini, D., & Papa, S. (2024). Adoption of AI in Oncological Imaging: Ethical, Regulatory, and Medical-Legal Challenges. Critical Reviews™ in Oncogenesis, 29(2).
[3] Cè, M., Ibba, S., Cellina, M., Tancredi, C., Fantesini, A., Fazzini, D., Fortunati, A., … & Alì, M. (2024). Radiologists’ perceptions on AI integration: An in-depth survey study. European Journal of Radiology, 111590.
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